Fase 2: L’Amore ai tempi del Coronavirus
Se non lo aveste capito, qui vi parlerò di Amore, in quanto vostra Love Coach.
Da febbraio la quarantena ci ha tolto i luoghi di ritrovo, ci ha separato fisicamente e ci ha costretto ad amoreggiare a distanza!
Già era una rogna prima, figuriamoci adesso.
Siamo però giunti alla Fase 2, giusto? Possiamo muoverci, giusto? E invece no!
Infatti, quando non si conoscevano ancora le Faq del Governo su come spostarsi dopo il 4 maggio 2020, è scoppiata prepotentemente la polemica sui Congiunti: possibile che si dicesse sì ai parenti e non ai fidanzati? E le frequentazioni? E gli scopamici?
Insomma, che senso ha autocertificare un “affetto stabile”?
I furbi certo non si sono fatti attendere; mentre io è dal lontano 2008 che attendo il principe manzurro nel Convento delle Cappellane Scalze.
E’ sì, sono una Badessa atipica; ex-nobildonna decaduta, mistica veterocattolica, una povera veggente con la passione per lusso, il vintage ed i toy boy. Un po’ vorrei, un po’ non posso, come molti di noi in questa fase.
La fortuna è che, volere o volare, questa quarantena ci ha abituato a prendere le cose con calma e a riflettere (poco altro c’era da fare, salvo sfornare torte).
La domanda quindi sorge spontanea: “è davvero cambiato il vostro modo di relazionarvi?”
In un momento in cui ci hanno proibito per legge di fare l’amore per due mesi, ed in cui ogni appuntamento di sesso da oggi in poi sembrerà un vero e proprio azzardo, specie dentro la comunità LGBT si rischia la fantastica combo di gonorrea e coronavirus: oggi, fare l’amore è un rischio!
Vale la pena rischiare?
Legislativamente sappiamo che non è ancora permesso visitare congiunti in aria di sesso occasionale, ma metterei la parrucca sul fuoco che alcuni li hanno spacciati per la zia, per il cugino di terzo grado o per la trisavola di sangue blu reperita sull’annuario del 1918.
Autocertificazione a parte, per chi rischiare?
E’ chiaro che il Coronavirus ci pone di fronte ad una rivoluzione degli affetti per cui anche solo una cena tra amici è costretta ad aspettare.
Voi congiunti, voi fidanzati, voi conviventi, non avete subito un bello scossone?
Le coppie costrette a convivere per mesi o hanno retto, o sono scoppiate, ma il bello è che se hanno retto la convivenza forzata sicuramente hanno tutti i mezzi per durare. Certo è che la convivenza forzata ha messo alla prova certi equilibri, certe dinamiche, anche impedendo che si sfogassero altrove, costringendo così le coppie a prenderli di petto (o ad aspettare con ansia il ritorno dell’amante).
Le coppie separate da mesi si sono ricongiunte così come un nuotatore riprende aria dopo infiniti minuti di fiato sospeso.
Due mesi di pausa forzata non tollerano altre attese!
Quante volte vi siete detti che le cose si fanno in due? E quante volte ancora avete continuato a lottare solitari contro i mulini a vento?
Bene, non c’è più vento, non ci sono più mulini.
Invece dei mulini, guardate negli occhi Sancho Panza.
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