Enshittification
Enshittification: un nome un programma. Bella m*rda, direbbero altri!
Sì, di m*rda online stiamo parlando.
Tutti i Business rivoluzionari di questi anni stanno subendo una propria involuzione, in inglese “enshittification”. Un processo che vede questi servizi quasi abiurare al loro proposito originale, quello che ha garantito loro utili e, spesso, di fatto, veri e propri monopoli.
Amazon ha impostato le “consegne default” su un tempo degno delle Poste (quando nasceva con la promessa di spedire più velocemente di ogni concorrente).
Amazon Prime & Netflix hanno reintrodotto la pubblicità negli streaming on demand (che nascono proprio per non averla).
Facebook e Instagram non sono più gratuiti (forse non lo sono mai stati, in effetti). Con l’avvento di Meta Verified (la spunta Blu su IG, di fatto si va a pagare un abbonamento alla piattaforma per avere la certificazione di un fatto accertato di solito dal buonsenso, ovvero che sei tu e non un fake). Per non parlare delle sponsorizzate, dei follower finti e dei pandori con lo zucchero a velo rosa.
Capisco che in un mondo dove non si capisce più niente, bisogna pagare perchè Zukemberg ti informi su cosa è vero e cosa è falso.
Se cercate online, ad esempio su Youtube, ci sono molte spiegazioni più approfondite della mia su cosa significhi “enshittification”, ovvero quel meccanismo che fa di una rivoluzione un monopolio e successivamente ne snatura l’opera nel tentativo di spremere più soldi possibili ai consumatori*.
Guardiamo esempi come Uber o AirBnB, sempre più spesso, nel WebXXL.0, si è non sono consumatori, ma anche venditori online. E i monopoli spillano soldi anche a loro.
Onlyfans fa la cresta sui Creators (12 su 18 cm del suo escort preferito sono di proprietà esclusiva della piattaforma), Patreon chiede il 12% delle donazioni (che usualmente sono esentasse), una cosa che nemmeno la Zecca di Stato.
Ma torniamo ad Uber: cosumatori della piattaforma sono sia i guidatori che gli autostoppisti.
Su AirBnB: consumatori sono sia i proprietari di appartamento sia chi ormai strapaga quelle topaie.
Perchè infatti è possibile trovare appartamenti così scadenti a così alto prezzo su AirBnB (che un tempo era l’alternativa cheap&fun agli alberghi)? Perchè il servizio si è snaturato ed “enshittificato”.
Ormai ci sono tasse di soggiorno, balzelli sulle pulizie, tasse sulle tasse, e tutta una serie di termini e condizioni che se per caso hai portato un cane in casa ti bannano e ti chiedono anche indietro i danni.
Tutto ciò è possibile perchè l’Internet è sempre stata il Far West: nata senza regole, finita con un mare di indiani morti.
Infatti, nell’assenza più completa di regole si formano entità autoregolanti: i monopoli, appunto.
Questi monopoli non solo possiedono il mercato, ma lo regolano, avendo “in pancia” sia i consumatori che i venditori, che però per vendere si muovono non più all’aria aperta, ma su piattaforme di cui non sono più proprietari, ma sudditi.
Se vuoi emergere su Meta, devi stare alle regole di Meta, ma soprattutto devi pagarli. Alla faccia di “fare spesso buoni contenuti”, “creare una community” e “creare valore”. E TikTok non è da meno.
Youtube lo è da mo’, tanto che “fare lo Youtuber” è diventato un lavoro. E da Youtuber a Influencer è un attimo, laddove il più generico “Influencer” è chiunque abbia numeri (veri o falsi che siano) su uno qualsiasi di questi social (pure Linkedin sì, ahinoi).
Nulla si salva dall’enshittification. Nemmeno la mia schiena: prima funzionava, ora mi fa male! Maledetto Google!!
Scherzi a parte. Questo è un fenomeno preoccupante, oltre che essere un vero e proprio segno dei tempi.
Ormai i tempi d’oro non sono più 10, 20 o 30 anni fa, ma “quando quell’opzione non era a pagamento”.
Sad story, no?