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The New (ab)normal!

The New (ab)normal!

“2021: the New Abnormal!”

Potrebbe essere un bel titolo del Times, no?

6 gennaio 2021, dopo più di 100 anni una folla armata, trumpista (e/o istigata da Trump) ed inferocita ha invaso Capitol Hill: il palazzo dove si erano riuniti tutti gli eletti per confermare come tale il nuovo presidente americano Joe Biden.

Icona di tutta la manifestazione, ammantata sin da subito di assurdo, è lo sciamano-attore Jake Angeli, sostenitore dell’aberrazione chiamata QAnon, tanto “bono” quanto intelligente, nella sua follia, da sapere che entrare conciato come una statuina di Wharammer40.000 nel palazzo del governo americano lo avrebbe fatto diventare virale. Un meme vivente.

the new abnormal

Ovviamente i social italiani, parlo della mia personale bolla Facebook, e dei media più o meno mainstream che seguo in Tv e online, si sono infiammati di fronte a quanto è accaduto che, se c’è una cosa che si può dire sin da subito, rappresenta al meglio uno di quei casi dove la realtà supera la fantasia e questo è proprio il senso di questo post.

Non è mio interesse schierarmi, tanto voi lettori lo siete già, tuttavia qualcosa la voglio osservare, e questa è che se c’è qualcosa che avremmo dovuto imparare dal 2020 è “expect the unexpected“, perdonatemi l’inglese in questo post americanofono.

Fatemi però almeno dare la mia opinione sulle affermazioni più pesanti che ho letto sul social blu: da una parte che i manifestanti, armati e bizzarri, fossero una legittima manifestazione della democrazia (affermazione di “destra”) e dall’altra che Trump dovesse essere punito con la pena capitale per aver aizzato la folla cornuta (affermazione di “sinistra”).

Innanzitutto fatemi dire quanto mi vengono i brividi a sentire persone schieratamente progressiste parlare di pena di morte. Non per nulla qualcuno parla di Social Justice Warriors, quando il politicamente corretto, il sommo ideale, diventa così contorto ed avulso dai propri stessi ideali, da diventare abbietto e subumano.

Dall’altra parte, parlare di milizie armate munite di corna da vichingo (scusate se sembra una ridicolizzazione, ma quelle che riporto sono le immagini andate in onda a reti unificate) e di bandiera sudista (stiamo parlando di schiavisti nel 2020, che per quanto io adori Rossella O’Hara, mi sembra un po’ too much, ecco, giusto sempre per dirla col sorriso) come una legittima manifestazione democratica della democrazia, anche questo mi sembra un po’ esagerato.

Alcune frange portatrici di valori in contrasto con la democrazia non possono essere ritenute “democratiche” e, come abbiamo visto, le loro manifestazioni non sono certo non violente (4 persone sono morte in questa Epifania di ferro e fuoco).

Certo è che certe immagini ci mostrano molte più persone di quanto la definizione di “frange estremiste” e “milizie armate” (hello “proud boys”) possa contenere. Qui sì il dubbio che il numero di persone (aka. invasati) che hanno circondato ed invaso Capitol Hill sia tale da imporre una domanda alle istituzioni democratiche americane ci sta tutta.

Traducendo: se il numero di persone è stato realmente molto elevato (decine di migliaia di persone) allora è ragionevole, pur controvoglia, parlare di una manifestazione “democratica”, perchè dotata di una massa critica non ignorabile, tuttavia, preferirei usare il termine di manifestazione della base (intesa anche come base elettorale), poichè di legittimo o di intimamente democratico ci vedo ben poco.

Ovviamente ci sono sempre i buontemponi che invocano lo stesso trattamento per il parlamento italiano (non che non glielo si auguri da quanto è partita l’unità d’Italia), ma anche se fosse, per fortuna qui invece che con le armi dovrebbero andare con i guantoni da boxe, quindi buona fortuna.

Il punto, tuttavia, per una volta, non è la politica italiana, quanto il persistente sentimento di vivere in uno dei peggiori telefilm sudamericani che l’intera storia delle telenovelas ricordino.

Stiamo vivendo una sceneggiatura di merda, scritta così male che perfino un grande vecchio direbbe che “pure durante la guerra la vita continuava a scorrere”, mentre noi siamo congelati e raggelati da un susseguirsi di assurdi che non sappiamo dove, come e se finiranno.

Eccoci quindi al “New Abnormal” (la Seo di Google mi ucciderà perchè non l’ho citato fin’ora, ma una deve pur sempre scrivere bene no?).

Il New Abnormal è un sentimento che state cominciando a vivere, a percepire, anche se ancora non ve ne rendete conto.

Il New Abnormal (la Seo ringrazia) è quando rientrate in casa alle 22.10, quando uscite di casa senza autocertificazione, quando la macchina varca la soglia del comune per andare alla Lidl perchè il tacchino buono lo vendono solo lì, quando l’amico con il negozio vi fa un’incarico per il weekend solo per rendervi possibile il cambio di regione per andarlo a trovare.

Il New Abnormal sono quelle tante piccole deroghe, quelle tante piccole azioni che facciamo nonostante le limitazioni del goveno, e fin’anche un po’ “contro” di esse, ma non per hobby, non per creare piccoli grandi assembramenti, ma così, anche non volendolo, fin quasi non rendendocene conto, per continuare a vivere.

E’ l’abituarsi a questa situazione di perenne privazione della libertà e veder crescere, quasi sotto pelle, dei meccanismi per sopravvivere.

Questo è the New Abnormal!

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